La filiera vitivinicola italiana è costellata di realtà produttive di dimensioni diverse e caratterizzate da differenti modelli organizzativi, con livelli molto variabili di informatizzazione della gestione dei flussi di lavoro.
L’offerta di strumenti digitali a disposizione delle aziende vitivinicole è piuttosto ampia e contempla tool che talora gestiscono solo in parte il processo produttivo, rendendo indispensabile una comunicazione efficace tra sistemi diversi utilizzati da una stessa realtà, per evitare una doppia digitazione dei dati. Come risultato di questa “comunicazione” – lo abbiamo già spiegato in un precedente post portando come esempio le modalità con cui Enogis “dialoga” con i gestionali aziendali – si ottiene la visualizzazione nei due sistemi di dati immessi in uno solo dei due.
Ne abbiamo parlato con Daniele Villa, tecnico informatico che in Enogis si occupa di “mettere in comunicazione” il “software di casa” con altri software utilizzati dai clienti, al fine di restituire informazioni utili a tutti gli utenti coinvolti, e di farlo nella maniera più semplice possibile.
Trovare lo standard
Daniele, di cosa ti occupi in Enogis?
In qualità di sviluppatore, mi occupo di far comunicare tra loro Enogis e altri software, in modo efficace e sicuro, per far sì che Enogis possa attingere a dati di varia fonte, elaborarli e restituire degli output utili, di volta in volta, alla singola azienda oppure a organizzazioni di aziende, come le cantine sociali o i consorzi di tutela.
Cosa significa concretamente?
Significa che ogni software house può utilizzare protocolli diversi per la trasmissione di dati e che per favorire un flusso efficace occorre trovare una sorta di interfaccia tra emittente e ricevente. In sostanza i protocolli in gioco devono “andare d’accordo” e “capirsi” attraverso uno standard condiviso. Quando si sente parlare di “API”, per esempio in ambito social media, ci si riferisce proprio a standard di questo tipo. Guarda caso, l’acronimo sta per “Application Programming Interfaces”.
La trasmissione dei dati può incorrere in problemi di sicurezza?
Tendenzialmente no, perché emittente e ricevente si “conoscono” vicendevolmente.
Casi concreti
Ci fai qualche esempio?
Un progetto importante di cui mi occupo direttamente è quello che gestiamo da alcuni anni per il Consorzio Vini Alto Adige. Le aziende vitivinicole aderenti al Consorzio di tutela e al percorso di certificazione SQNPI si avvalgono di software diversi da Enogis per redigere il registro di campagna. A noi spetta dunque il compito di dialogare con tutti questi software, raccogliere i dati, effettuare i controlli di conformità e restituire al Consorzio una panoramica della situazione, globale e facilmente fruibile. Non solo, ci occupiamo anche di effettuare le eventuali notifiche di non conformità alle singole aziende. Tutto questo due volte all’anno e a oggi per circa i due terzi della totalità delle aziende associate al Consorzio.
Altra situazione nella quale è necessario garantire flussi efficienti di dati è quella in cui Enogis rappresenta il gestionale di campagna per le realtà cooperative, ma la gestione globale digitalizzata è affidata a ERP e gestionali diversi. In questi casi, durante il periodo di raccolta delle uve la comunicazione tra Enogis e il gestionale aziendale diventa fondamentale per organizzare in maniera razionale i conferimenti.
Quali altre tipologie di dati possono fluire in maniera semplice da un software all’altro?
In sostanza noi facciamo in modo che ovunque ci siano dati, inseriti in altri software, Enogis riesca a prelevarli. Per esempio, dati relativi ai soci o al potenziale viticolo presenti nel gestionale della cantina sociale, oppure dati di carico-scarico magazzino o ancora dati raccolti dall’azienda a scopo di controllo di gestione. Enogis può trarre da altri software informazioni utili per la compilazione del Registro di Campagna, per esempio, ma analogamente i dati del Registro di Campagna possono essere utili al controllo delle scorte di prodotti in magazzino. E ancora, Enogis riesce a raccogliere dati meteo da stazioni agrometerologiche di modelli diversi, indispensabili – per esempio – per “alimentare” il modello fenologia, il DSS fitopatologia e il DSS stress idrico presenti in Enogis.
Chi è Daniele Villa
Quella in Enogis è di fatto la prima occupazione per Daniele Villa, diplomatosi nel 2020 all’Istituto Tecnico Tecnologico Guglielmo Marconi di Rovereto (TN) con specializzazione in programmazione. Una giovane risorsa che si occupa principalmente di flusso dati e customizzazioni del software, per renderlo più in linea con le necessità specifiche di alcuni clienti.